giovedì 17 settembre 2009

Quando il valore della merda diventa Arte


Finalmente una “strana mostra" ci inserisce nel contesto artistico culturale contemporaneo



Tante reazioni ha provocato l'allestimento della mostra dal titolo “Se-Creazioni da Piero Manzoni al fallimento Leman Brothers”, inaugurata lo scorso 23 agosto nel museo di arte contemporana del castello di Nocciano.

Ciò che ha trasformato un'esposizione d'arte in un vero è proprio evento sismico, provocando scalpore orrore e entusiasmo tra critici, amanti dell'arte e curiosi è l'oggetto della mostra. L'arte Organica. Ebbene se vi capiterà di vedere la mostra non aspettatevi certo di trovare tele dipinte e gessi ma scarti umani sangue, urina unghie e merda e tanto altro.

La mostra omaggia Piero Manzoni, maestro dell'arte concettuale, famoso per aver sigillato le proprie feci in 90 scatolette ed averle etichettate “merda d'artista”. A lui è dedicata una sezione della mostra, in cui è esposto uno dei suoi Achrome, opera metafora dell'artista che conquista lo spazio totale oltre la forma e il colore.

Altri artisti presenti nella mostra sono Angelo Colangelo, Vincenza Cavalluzzi, Simone Ialongo e Thomas Palme, tutti originali e straordiariamente in tema.

Angelo Colangelo interpreta la materia organica su due livelli: il corpo umano utilizzato come opera d'arte, ne “La Venere di Milo” e i prodotti del corpo, quale materia prima per produzione artistica, in opere come “Crapula”, “Ius prime noctis” e “Residui”.

Vincenza Cavalluzzi, vittima del crack della banca Leman Brothers, che, in seguito a questa sventura, ha realizzato, in collaborazione con i codacons (associazione dei consumantori) e di Vittorio Sgarbi, l'opera “La Merda fallita di Lehman” come simbolo della metabolizzazione della sua umiliazione.

Simone Ialongo con “Grammi d'ansia” conserva in una boccetta di vetro trasparente le sue unghie: alimento per le sue nevrosi. tale scelta, offre anche la soluzione al suo problema: isolare la sua ansia in un contenitore serve per evitare che questo “male” possa continuare a nuocerlo. Ialongo, quindi, esorcizza il suo malessere tenendolo sottovuoto. Contestualmente il flaconcino si trasforma nella dose giornaliera che l’artista deve assumere, per convivere con la sua patologia. La boccetta con un grammo d’ansia diventa, da un lato strumento perverso per la cura del proprio male e dall’altro, oggetto di culto da venerare e di cui bisogna temere.

Thomas Palme, nella sua “installazione” prismatica, esibisce una varietà di “liquidi”, sui toni del giallo arancio. come racconto di come, una sua necessità fisica, è diventata espressione di un'esperienza da condividere.

Questo modo di fare arte – perchè è di arte che stiamo parlando – nasce dalla volontà dell'artista di essere parte della sua opera con tutta la sua essenza.

Sibilla Panerai scrive a proposito: “L'artista si fa opera d'arte vivendo con e sul corpo le trasmutazioni della materia che lo individuano quale essere unico in se stesso. Riappropiandosi del corpo torna ad essere significante in se, elevando il gesto, l'azione, la secrezione ad effetto linguistico attraverso tutti gli orifizi e i sensi.” Così l'arte supera il canone aristocratico del bello e si carica di un sinergia di emozioni contrastanti e vitali, che vanno dalla curiosità all'orrore, allo stupore ,alla meraviglia. Diventa sublime flusso e trascrizione della fisicità del quotidiano al livello più elementare.

Questo è il senso dell'arte contemporanea: la creazione continua vissuta dallo spettatore con il totale coinvolgimento delle sue emozioni. Un'arte democratica che lo rende partecipe nel suo continuo farsi. Autentica espressione di una società “liquida”. Di cui tutti oggi devono essere consapevoli.

Quello che si chiede agli abruzzesi – afferma Ivan D'Alberto direttore del museo d'arte contemponea - è di confrontarsi con un'opera d'arte, non in maniera passiva, ma attraverso uno scambio di emozioni che può essere anche di tipo violento. L'obiettivo è di scuotere una comunità da troppo tempo addormentata, la quale continua a cullarsi nel ricordo di eccellenze del passato. Concludo dicendo che in occasione del vernissage della mostra SeCreazioni è stato distribuito ai visitatori un uovo sodo con il timbro dell'Istituzione museale di Nocciano in ricordo di quella filosofia manzoniana che sottolineava l'importanza di consumare l'arte come se fosse un pasto, un nutrimento per la vita. L'uovo, così come diceva Manzoni, è una scatola organica perfetta simbolo di vita e di creazione, lo stesso uovo che Munari definirà “l'unica forma perfetta fatta con il culo.”

Vanessa Russo 

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